VIAGGIO ALLA SCOPERTA DI PALESTRINA
Palestrina è una graziosa cittadina in provincia di Roma e rappresenta uno di quei centri della periferia metropolitana della capitale da visitare per apprezzare il paesaggio, l’arte, i monumenti e la storia che sanno raccontare i piccoli centri.
Io, Giovanna Anita, la conosco perché la vivo quasi ogni giorno essendo del posto. Ho però voluto organizzarmi per approfondire la mia conoscenza e quindi mi sono organizzata un tour alla scoperta di ogni suo angolo.
E qui, vi riporto la mia esperienza, sicura di fornire abbastanza materiale a chi voglia provare a visitarla insieme alla sua famiglia. Quello che ne è venuto fuori è, a mio giudizio, è un percorso che soddisfa sia il viaggiatore sempre alla scoperta di nuovi luoghi inesplorati, sia la famigliola a cui piace concedersi dei weekend di viaggio al di fuori dalle solite rotte commerciali proposte dai Tour Operator alle masse.
Dove si trova Palestrina
Iniziamo dall’abc. Dove si trova Palestrina? Palestrina si trova nella zona sud-est di Roma, alle falde dei Monti Prenestini e nel territorio identificato come la Campagna Romana.
Come Raggiungere Palestrina
Per raggiungere Palestrina in auto, provenendo da Roma, si percorre la via Prenestina, strada consolare a cui ha anche dato il nome. Palestrina infatti era nota nell’antichità con il toponimo latino di “Praeneste”.
In macchina: Se si proviene da altre zone d’Italia e si viaggia in macchina, il modo più veloce e comodo per raggiungere Palestrina è l’Autostrada A1 Milano-Napoli, uscendo al casello Valmontone e seguendo poi le numerose e ben visibili indicazioni.
Bus e Treni: Come arrivare a Palestrina utilizzando i mezzi del trasporto pubblico? La cittadina può essere naturalmente raggiunta anche in autobus con i mezzi del Co.Tra.L. (trasporto pubblico regionale su gomma – gli autobus sono azzurri), che collegano i centri extraurbani, oppure in treno, partendo dalla stazione di Roma Termini, scendendo a quella di Zagarolo e poi servendosi ancora una volta di un bus del Cotral.
Quanto dista Palestrina da Roma
La distanza da Roma a Palestrina è di circa 40 Km. Grazie alla presenza del casello autostradale di Valmontone, Roma può essere raggiunta in 30 minuti al massimo (se si trova traffico).
Il mio Viaggio a Palestrina
Palestrina è considerata un vero e proprio gioiello in stile medioevale dove trascorrere una giornata del tutto particolare, scoprendo continue bellezze architettoniche, ma anche tradizioni locali, cibo tipico fatto di una cucina “povera” ma gustosa, fino ai musei, alle costruzioni religiose e all’artigianato.
L’entusiasmo di conoscere più a fondo Palestrina mi ha quindi accompagnata fin dall’inizio del viaggio, lungo il quale abbiamo anche potuto ammirare tratti molto pittoreschi della campagna romana.
Cosa vedere a Palestrina
Palestrina è ricca di storia a partire dai tempi più antichi fino ad arrivare alle guerre mondiali ed è per questo che ci siamo subito trovati di fronte l’imbarazzo della scelta per decidere cosa vedere a Palestrina (intendo l’ordine delle cose da vedere), anche se, quando si è nelle vicinanze, già si può ammirare il panorama stupefacente di questa città, che si presenta adagiata su un promontorio naturale che corrisponde al Monte Ginestro.
Proprio la sua posizione su una sorta di anfiteatro naturale, ha probabilmente permesso la costruzione in età ellenistica di uno dei suoi più importanti monumenti quale è il Tempio della Dea Fortuna Primigenia.
Il Tempio della Dea Fortuna Primigenia
E’ anche identificato con il nome di Santuario della Fortuna Primigenia, la donna che secondo la mitologia era madre di Giove e Giunone. Fu costruito nel II secolo a.C. ed è uno dei monumenti più importanti che si possano trovare sul territorio laziale dell’età repubblicana.
Rappresenta una perfetta fusione architettonica tra lo stile ellenistico e l’arte romana. Inoltre, osservando il monumento dal basso, si nota come si adatti perfettamente alla conformazione della cittadina e come rappresenti un punto concentrico dell’arte che è rimasta come testimonianza nei secoli.
Il Santuario della Dea Fortuna Primigenia rappresenta anche un segno della credenza politeistica al tempo dei romani e punto di riferimento dell’intera zona nel mondo antico. Del colonnato semicircolare rimangono oggi soltanto 3 colonne, al quale si accedeva attraverso una prima scalinata e quindi dei gradoni che si aprivano a ventaglio e ai piedi dei quali si trova ancora oggi un pozzo.
Il Palazzo Barberini
Come spesso accade nel sovrapporsi di costruzioni lungo i secoli, la sommità del santuario pagano è “coperta” dall’imponente Palazzo Barberini di epoca rinascimentale, all’interno del quale si trova il museo che conserva i reperti recuperati in zona. Quello che stupisce e la perfetta continuità tra i due edifici, che in qualche modo si completano e non disturbano affatto la vista del visitatore.
Il Mosaico del Nilo di Palestrina
Da segnalare che all’interno del Museo Archeologico Nazionale di Palestina si trova un reperto unico nel suo genere che è il “Mosaico del Nilo“ o “mosaico nilotico”, considerato un’eccellenza artistica di età ellenistica mirabilmente conservata. L’interpretazione del mosaico è contrastata, ma è certo che rappresentasse l’Egitto (tutto il territorio dalla foce del Nilo al delta) durante le periodiche inondazioni del Nilo considerate sacre. Nel mosaico si possono ammirare la vita dell’epoca in tutti i territori dell’alto e del basso Egitto. Notiamo ad esempio in cima al mosaico, dove sorge il Nilo, uomini, piante ed animali tipici di quel tratto d’Africa e, via via, fino ad arrivare alla foce, uomini, piante ed animali con tratti somatici diversi. In pratica, la storia, la conformazione geografica, gli usi e i costumi dell’Egitto, rappresentati in questo mosaico dalle dimensioni gigantesche.
Alcuni hanno attribuito questo mosaico al culto della Dea Fortuna Primigenia al quale fu dedicato anche il Santuario, la cui origine si riferisce proprio alla dea Iside degli antichi egizi. La vista del mosaico che risale al II secolo a.C. sembra rappresentata dall’alto ed è certo che fu realizzato da artisti di Alessandria d’Egitto.
Il Rito delle Sorti
La Dea Fortuna Primigenia era propizia alla natura, alla terra, alla riproduzione, ma anche alla protezione per il futuro legato a sacrifici, che si eseguivano presso il tempio. I riti erano legati al recupero delle “sortes”, tavolette che davano responsi a quesiti posti dai nobili e che si estraevano dal fondo di un pozzo. Le stesse tavolette dovevano essere tradizionalmente recuperate da un bambino. Del culto ne parla anche Marco Tullio Cicerone nell’opera “De Divinatione”.
Naturalmente di divino nel rito c’era ben poco. Il nobile che si recava in pellegrinaggio al tempio e che poi andava a consultare i sacerdoti dell’antro delle sorti circa gli eventi futuri che lo riguardavano, versava una ricca somma in cambio della predizione. I Sacerdoti calavano il bambino nel pozzo dove ad accoglierlo vi era un altro sacerdote che scriveva sulle tavolette le sorti dell’ingenuo avventore (spesso era quello che si voleva sentir dire se l’offerta era stata particolarmente generosa). Le stesse venivano poi riportate in superficie e lette allo stesso.
Durante la II guerra mondiale proprio i bombardamenti permisero di scoprire altre parti del tempio e di capire meglio la storia di Palestrina legata al culto della dea. All’interno del pozzo, a conferma di quanto riferiva proprio Marco Tullio Cicerone che segnalava la presenza della statua della dea vicino, fu ritrovata una testa in pietra che probabilmente corrispondeva proprio a questa rappresentazione.
Il tempio si presta anche all’osservazione del paesaggio circostante, da dove si ammira tutta la valle fino alla città di Anzio. E’ innegabile che la posizione di Palestrina fosse anche legata a una funzione di controllo del territorio, specie se si considera la costruzione del palazzo sovrastante al tempo della Famiglia Colonna, che qui aveva stabilito un presidio di difesa.
La Cattedrale di Sant’Agapito e gli Scavi del Foro
La storia di Palestrina e i suoi monumenti spesso si intrecciano ricordando epoche diverse, come avviene nel caso della Cattedrale di Sant’Agapito che conserva anche gli scavi dell’antico foro romano.
L’Antro delle Sorti ed il Mosaico dei Pesci
Si può identificare anche il tempio dedicato a Giove e due costruzioni che però si trovano ai lati e che sono avvolti dal mistero. Uno è chiamato “antro delle sorti” ed è una piccola grotta dove si ammira un bellissimo mosaico, che rappresenta un fondale marino con pesci, polipi e tartarughe (Il mosaico dei pesci). Probabilmente era valorizzato dal passaggio dell’acqua e forse dedicato a un dio che proteggeva i naviganti o i pescatori.
Il Foro di Palestrina
Un altro grande edificio, di cui rimane una sorta di abside e che fa parte dell’antico foro, potrebbe rappresentare un luogo pubblico ed è qui che è stato ritrovato il Mosaico del Nilo nel ‘500. E’ chiaro insomma che nell’antica Palestrina c’era una forte influenza della religiosità egizia, che attraverso i commerci, aveva influenzato la cultura e quindi anche le credenze.
La cattedrale, che fu edificata intorno al XII secolo, appare con una facciata in pietra scura, che sembra quasi non completata. In realtà è lo stile romanico, pesante ed essenziale, che gli conferisce imperiosità nell’osservarla dall’esterno. Abbiamo anche notato che la facciata ha subito di certo dei rimaneggiamenti nei secoli, infatti, leggendo la storia dell’edificio sacro, durante la “distruzione” di Palestrina ai tempi di Bonifacio VIII, fu danneggiata ma non completamente rasa al suolo.
Fu invece pesantemente depredata al tempo di Papa Eugenio IV, che ordinò a Vitelleschi, precisamente nel 1437, di dimostrare il suo potere, togliendo anche le campane a quella che era stata eletta sede vescovile.
La facciata conserva anche un’antica meridiana (un orologio solare), il portale in marmo e il campanile caratterizzato da finestre bifore che lo adornano in modo sobrio. La pianta è a 3 navate, divise da imponenti colonnati e attraversate da un transetto che gli conferisce ariosità e concentra l’attenzione sul ricco altare.
All’interno la Cattedrale di Sant’Agapito si presenta invece con tutta la sua bellezza e conserva opere di grande pregio. Tra queste ci sono i dipinti di autori quali il Sermoneta, il Saraceni e il Bruschi, del quale si conserva anche una copia dell’opera di Michelangelo denominata “la Pietà di Palestrina“.
All’interno della Cattedrale sono anche conservate le reliquie di Sant’Agapito martire, che morì torturato appena quindicenne e che visse al tempo dell’imperatore Aurelio. Il santo martire si festeggia con un grande appuntamento estivo, al quale accorrono turisti e anche gente dai paesi vicini e che si svolge il 18 agosto di ogni anno.
La trasformazione dell’edificio da tempio pagano all’interno del foro a chiesa cristiana avvenne per volere dell’Imperatore Costantino, che insieme agli editti di Teodosio, vietò i culti tra il 380 e il 392 a.C. anche se pare che tali pratiche furono comunque portate avanti a Palestrina presso il tempio-santuario della Dea Fortuna Primigenia, fino a qualche anno dopo il divieto.
E’ stato comunque affascinante passare dalla vista della cattedrale a quella degli scavi del foro, in un passaggio temporale che affascina e incuriosisce anche per la ricchezza dei siti, che sono a disposizione di chi vuole e sa apprezzarli, alcuni d quali splendidamente conservati.
La casa natale di Pierluigi da Palestrina
Giovanni Pierluigi da Palestrina è uno dei personaggi illustri a cui la cittadina ha dato i natali. Si trova lungo il corso principale e si accede attraverso gli “scaloni di Sant’Antonio”. Abbiamo fatto visita alla sua casa che è stata ristrutturata nel 1994 e resa accessibile ai turisti ed estimatori della musica e dell’arte in genere.
Giovanni Pierluigi da Palestrina, infatti, fu uno tra i più illustri musicisti del suo tempo che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia di questa arte, arrivata fino ai nostri giorni. Nacque nel 1525 e morì nel 1594 ma di lui rimane in questa cittadina la storia della sua vita e delle sue opere. A proposito di opere, tra le più famose citiamo la Missa Papae Marcelli, Adoramus te Christie, Agnus Dei, Magnificat ed il Gloria.
La casa natale di Giovanni Pierluigi da Palestrina, che abbiamo visitato, si sviluppa su più livelli e, anche da qui, si può ammirare uno splendido panorama affacciandosi su diverse terrazzine. Quelli che un tempo erano gli ambienti abitati da una normale famiglia, sono stati trasformati in una sorta di museo e centro culturale, dove ha sede la fondazione omonima e dove si svolge un’intensa attività fatta di incontri, seminari, convegni, piccoli spettacoli, rassegne che attirano estimatori e appassionati da ogni parte del mondo.
Nelle varie sale, che sono state modernamente attrezzate anche con apparecchiature per l’amplificazione, si ammira una biblioteca che contiene migliaia di volumi, tutti riferiti al tema della musica, ma anche mobili antichi risalenti al ‘600 di cui alcune famiglie illustri locali hanno fatto dono. Sono ancora presenti alcuni degli arredi originari della casa, dove Pierluigi da Palestrina studiava e componeva.
E’ un luogo da visitare per assaporare la quotidianità di un grande genio del ‘500 orgogliosamente italiano e anche per ammirare l’impegno portato avanti dagli aderenti alla fondazione nel valorizzare un vero e proprio patrimonio.
Tradizioni e artigianato locale: il Ricamo Punto Palestrina
Per chi appassionato di ricamo, e io lo sono da sempre, Palestrina è una cittadina che offre la vista di capolavori dell’artigianato che si tramanda da secoli e che è rappresentato dal famoso ricamo con il “Punto Palestrina”.
L’origine del Punto Palestrina si fa risalire fino all’età etrusca, popolazione con quale gli abitanti dell’antica Preaneste avevano assidui contatti. Fu evidente che questo modo di ornare abiti, ma anche altri tessuti per la casa, ebbe un tale successo che prese il nome della stessa città.
Ebbe il suo massimo splendore durante l’età imperiale dell’antica Roma a opera della moglie dell’Imperatore Antonino Pio, Faustina, che volle diffondere questa raffinata arte attraverso la creazione di scuole per ragazze appartenenti ai ceti aristocratici.
Nei secoli questa arte raffinata non è andata perduta e, anzi, si è alimentata di ulteriore slancio a partire dal XVII secolo, quando da Palestrina si diffuse in tutta Europa. Nella stessa Palestrina ancora oggi sopravvivono scuole di onorata tradizione, tra cui quella fondata nel 1733 a opera del Cardinale Francesco Barberini e quella creata nel 1795 presso l’istituto Antonelli, fino ad arrivare al 1908, quando fu anche aperta una scuola laica per tutte le ragazze dei ceti meno abbienti, chiamata Palestrina Ars su idea di Ferdinando Olivieri.
Non si può quindi non rimanere incantati di fronte a tanta maestria e fantasia nel decorare le tele con nodi piccoli o grandi (chiamati in gergo “picot” o “nodo di Palestrina grosso”) e scegliere quale capolavoro acquistare, per avere letteralmente un pezzo di arte che si perde nella notte dei tempi e che si apprezza per la sua preziosità.
Attraverso l’associazione Ricamo Prenestino di Palestrina, abbiamo conosciuto diverse artigiane presso le quali è possibile avere delle lezioni di ricamo o acquistare queste fantastiche (e preziose) opere. C’è solo l’imbarazzo della scelta che può essere fatta solo se ci si riprende dalla meraviglia nell’ammirare dei lavori che sembrano senza tempo.
Storia di Palestrina
I primi insediamenti umani, sparsi in villaggi come era d’uso nelle zone periferiche laziali, si fanno risalire all’VIII secolo a.C. La datazione è stata possibile grazie ad alcuni reperti trovati nella “necropoli della Colombella”, la più grande di quelle presenti nei pressi di Palestrina.
Il Museo Archeologico Nazionale di Palestrina
Nel museo si possono ammirare splendidi sarcofagi decorati in bassorilievo, alcune rappresentazioni dell’età imperiale, come il bassorilievo augusteo, oltre ad altri mosaici, statue, oggetti di uso quotidiano, ma anche delle “cistae”, che si possono paragonare ai moderni beauty case, dove le donne conservavano monili, ornamenti, profumi e oli per la bellezza del corpo. Le cistae erano un dono di nozze fatte di legno e bronzo. Palestrina passò anche sotto il dominio di Silla e ospitò il figlio di Mario (Mario il Giovane).
La Villa di Adriano a Palestrina
L’età augustea è considerata assai proficua per la crescita dell’antica Praeneste, che vide un fiorire di cultura, arte e architettura. Tra le testimonianze del tempo c’è anche la “villa degli imperatori” che fu attribuita ad Adriano e che colpisce per l’ottima conservazione e i soffitti altissimi, che lasciano immaginare la vita al tempo del mondo antico. La villa non è attualmente visitabile a causa dei lavori di scavo che proseguono.
I travagli nella storia di Palestrina
Palestrina subì nei secoli quelle che sono state definite vere e proprie distruzioni e tra queste ricordiamo quella perpetrata dallo stesso Papa Bonifacio VIII durante una crociata, che portò anche al danneggiamento dello stesso tempio della Dea Fortuna Primigenia.
Quello che allora prendeva il nome di palazzo Colonna passò quindi alla famiglia Barberini, dalla quale acquisì anche il nome (diventò quindi Palazzo Barberini). Anche questo palazzo è molto antico e si fa risalire intorno all’anno 1000.
La storia di Palestrina è comunque mirabilmente raccontata dalle tombe, sulle quali erano posti dei cippi o dei busti con immagini femminili, dove erano scritti i nomi stessi degli abitanti. I cippi sono visibili nel muso archeologico che si trova, come detto prima, all’interno di Palazzo Barberini.
Palestrina Vs Roma
In almeno 2 occasioni Palestrina si trovò a combattere contro Roma e a ribellarsi al suo predominio. Nel 380 a. C. quando i romani la conquistarono e il comandante delle spedizione, Cincinnato, la depredò della statua di Giove, che volle esporre presso il Campidoglio, e poi ancora nel 338 a.C., quando nonostante la sua alleanza contro i Galli in funzione antiromana, fu definitivamente conquistata e perse gran parte delle zone d’influenza territoriale, che fino ad allora le avevano conferito floridità, non solo economica.
Palestrina nella sua storia ha anche manifestato un’ evidente insofferenza per il potete papale, motivo per cui fu attaccata dai già citati Papi che la distrussero per piegarla. Il fatto che a Palestrina fosse cosi importante la credenza verso la Dea Fortuna Primigenia, infatti, non poteva che sollevare la ribellione dal potete papale, che allora aveva ancora un ruolo non solo di tutela spirituale, ma anche politico e militare.
Gli abitanti di Palestrina si distinsero anche contro la difesa della zona fino a Terracina contro il temuto Annibale e si sa che l’età imperiale fu di rinascita e di definitiva adesione alla religione monoteista.
Intorno al tempio della dea infatti cominciarono a essere costruite case private, non curanti del sito che ormai era di interesse puramente storico. Poco si sa del periodo medioevale della cittadina, che passò per questioni ereditarie sotto l’influenza della famiglia dei Principi Colonna intorno al 1043.
La famiglia Colonna però si oppose all’elezione al soglio pontificio di Gregorio VII ed è per questo che sostenne l’antipapa Ugone Candido e, ancora una volta, portò Palestrina a schierarsi contro il potete papale.
Agli inizi del ‘500 fu temporaneamente controllata dai Borgia, quindi di nuovo dai Colonna, che infine cedettero il feudo ai Barberini nel 1630.
Palestrina Archeologica fu scoperta grazie alle cannonate della II Guerra Mondiale
Da qui in poi la storia di Palestrina è indissolubilmente legata alle sorti di Roma, fino alla II guerra mondiale, quando subì gravi bombardamenti. Paradossalmente però, furono proprio le cannonate sparate dalle navi alleate durante lo sbarco di Anzio a far scoprire tanti tesori archeologici dimenticati sui quali, durante il medioevo, furono costruite delle abitazioni.
I proiettili di cannone che la colpirono, abbatterono queste case e portano allo scoperto gran parte del patrimonio storico oggi visibile.
Eventi a Palestrina
Tra gli eventi più interessanti che possiamo segnalare c’è il Palio di Sant’Agapito e la Sagra del Giglietto di Palestrina.
Il Palio di Sant’Agapito
Il Palio di Sant’Agapito si lega ai festeggiamenti in onore del santo protettore della città.
Del Palio si ha notizia dalle fonti storiche che lo fanno risalite al 200 a.C. ai tempi di Innocenzo III. La forma con la quale oggi si svolge il Palio è invece più recente ed è un appuntamento fisso, che si svolge a metà agosto, della popolazione che si appassiona e sostiene i 4 quartieri che si scontrano nelle varie gare.
I quartieri sono quelli di Porta San Giacomo, Porta San Martino, Porta San Biagio e Porta San Cesareo. I partecipanti si scontrano in gare a cavallo come “La Giostra della Scifa“, dove devono infilzare un anello, il Tiro alla Fune, dove c’è una vera e propria prova di forza fisica, il Gioco della Palla, che si disputa con una sfera di stoffa, proprio come avveniva nei tempi antichi e altri giochi, come il tiro con l’Arco, la Gara del Fuso e la Corsa con la Conca. Ci sono anche gli sbandieratori, le taverne che servono cibo tipico e una grande partecipazione popolare in festa.
Il Giglietto di Palestrina
La Sagra del Giglietto di Palestrina, che si tiene ogni anno tra la fine di luglio e l’inizio di agosto, è stata una piacevolissima esperienza gastronomica, alla quale noi abbiamo avuto la fortuna di essere presenti lo scorso anno per gustare questo tipico biscotto, i cui ingredienti sono tra i più semplici e genuini: farina, zucchero e uova.
Ci hanno raccontato che l’origine del Giglietto si fa risalire al ‘600, al tempo in cui la città era dominata dalla famiglia Barberini, che aveva il giglio proprio nello stemma araldico. In realtà la preparazione di questi dolci ha origini parigine ed è arrivata a Palestrina per i contatti che la città aveva stabilito anche in Francia. Il biscotto divenne cosi uno degli alimenti della cucina tradizionale prenestina e ancora oggi è apprezzato da migliaia di visitatori che presenziano a questa sagra.
Oggi il Giglietto di Palestrina è diventato presidio Slow Food, un riconoscimento che lo colloca tra le eccellenze enogastronomiche italiane.
Di seguito un emozionante video che ho reperito su YouTube la cui protagonista è Brigida, un’anziana signora che fa il Giglietto da una vita.
Dove Mangiare a Palestrina
Come detto in precedenza, Palestrina offre una cucina povera. Ma povera non vuol dire che non possa essere rivisitata in maniera creativa, conservando gli antichi sapori, ma dandogli quel tocco in più che fa diventare un pasto una vera esperienza enogastronomica alla scoperta di cibi e vini locali.
E’ il caso di alcuni ristoranti dove mangiare a Palestrina che consiglio vivamente per averne provato l’abilità:
In primis “La Taberna”, in centro presso Vicolo del Duomo, 69 e poi il Ristorante da Zi’ Rico, in Via Enrico Toti, 2. Premunitevi di prenotare abbastanza prima se intendente recarvi li il Sabato sera.
Dove Dormire a Palestrina
Naturalmente, per dormire a Palestrina, non posso che consigliarvi il Bed and Breakfast Anita, a pochi minuti dal centro di Palestrina… sarei ipocrita se non vi dicessi di venire a trovarmi 😉
La Mappa di Palestrina
Per orientarvi all’interno di Palestrina basterà utilizzare Google Maps sul vostro Smartphone. Ma se proprio non potete fare a meno di avere una mappa, il consiglio è quello di acquistarne una presso la sede di “Articolo 9” (specializzata in tour di Palestrina) proprio sotto il Museo Archeologico Nazionale di Palestrina. A mio giudizio è la migliore in circolazione. Rivolgendosi ad Articolo 9, potrete anche prenotare delle visite guidate a Palestrina, al Museo Archeologico Nazionale, al Convento dei Padri Carmelitani, ad un percorso di ArcheoTrekking urbano che da Palestrina conduce sino a Castel San Pietro Romano e altro ancora. Mi risulta che sia l’unico posto dove reperire souvenir dei Palestrina in zona.
Foto di Palestrina
Ecco alcune delle foto di Palestrina scattate durante il mio piccolo tour.
Dintorni di Palestrina
Per visitare Palestrina ci si può impiegare da uno ad un massimo di 2 giorni, dipende di quante cose volete vedere e dal tempo che dedicate ad ognuna di esse. Ma se prevedete di allungare il vostro viaggio di qualche giorno non rimarrete delusi nel visitare i dintorni di Palestrina. Ecco alcuni suggerimenti spiccioli che in futuro approfondiremo su questo blog.
Roma: non c’è bisogno per ora di snocciolare tutto ciò che si può vedere a Roma. Mi limiterò a dire che è ben collegata sia con i mezzi pubblici (30 minuti circa treno e 50 minuti circa in bus) che con l’automobile utilizzando l’autostrada A1 da prendere a Valmontone o a San Cesareo.
Tivoli: dista da Palestrina 25 chilometri da fare in macchina (i collegamenti pubblici diretti sono purtroppo assenti). Tempo di percorrenza in automobile circa 30 minuti. Per chi volesse avventurarsi con i mezzi pubblici si consiglia il treno fino a Roma termini e poi prendere il treno per Tivoli, oppure il Bus Co.Tra.L fino a Roma Ponte Mammolo e poi Bus per Tivoli.
A Tivoli potrete vedere una cittadina davvero bella e di stampo medievale, il castello e soprattutto tre perle di bellezza e valore riconosciute in tutto il mondo (nominati patrimoni dell’Unesco): Villa Gregoriana, Villa Adriana e Villa d’Este.
Anagni: La Città dei Papi. Graziosissima cittadina medievale con la sua storia legata alle vicende di ben 4 papi. Dista da Palestrina 32 Km da compiere mezz’ora circa. Mezzo consigliato l’automobile.
I Castelli Romani: A 25 minuti di automobile troviamo Frascati, la porta dei Castelli Romani (distanza 20 Km.). E’ solo il primo di una serie di paesi famosi per la loro storia, l’arte e l’enogastronomia. Il viaggio potrebbe prevedere tappe a Marino, Albano Laziale, Nemi, Ariccia (tanto per citare i più famosi luoghi dell’area).
Subiaco: culla del cattolicesimo con i suoi monasteri Benedettini e le tante testimonianze religiose. Nel Monastero di Santa Scolastica potrete trovare anche la prima macchina da stampa italiana (quella di Gutemberg per intenderci). Distanza da Palestrina 37 Km, tempo di percorrenza in automobile 50 minuti circa.
Altri paesi caratteristici come la mia Cave, Valmontone, Genazzano, Olevano Romano, Paliano, Segni e tanti altri che sarò lieta di illustrare se avrete modo ed occasione di venire a trovarmi.
Il tour di Palestrina che ho fatto in compagnia della mia splendida famiglia, è stata una vera avventura nel cuore di una città affascinante, misteriosa e di grande attrattiva per chi ama i borghi antichi e le storie cariche di significato, ma anche la buona cucina.
Se l’articolo ti è stato utile mi farebbe piacere che lo condividessi.
Per altri viaggi alla scoperta della Campagna di Roma ti do appuntamento alla prossima esperienza! Grazie 🙂
Un articolo davvero completo. Mi hai tolto ogni dubbio. Presto ti verrò a trovare la a Palestrina. Grazie Anita!
Grazie Franca. Sono felice che ti sia venuta voglia di visitare Palestrina. È davvero bella e ti garantisco che ne vale la pena. Un forte abbraccio.