Ho sempre avuto la passione per la storia antica e, come conseguenza, non poteva non interessarmi l’archeologia.
Nessuna pretesa di essere Indiana Jones ma, quando il tempo e gli impegni me lo concedono, mi piace avventurarmi tra le vestigia di un passato che narrano storie di antiche civiltà.
Tra le mie mete preferite, al primo posto c’è Roma: un vero e proprio tesoro per tutti gli appassionati come me. Roma Archeologica.
Spesso gli ospiti del B&B mi chiedono consigli su un itinerario archeologico di Roma da percorrere o cosa suggerirei loro per un tour alla scoperta dei suoi punti più significativi.
Quello che preferisco in un ideale itinerario che consiglierei a chi non conosce bene l’Urbe, è di cominciare l’escursus archeologico partendo dalla più significativa testimonianza della grandezza dell’Impero Romano, ossia le Terme di Caracalla risalenti al 217 d.C. e che, inaugurate da Caracalla, furono il fulcro della vita sociale e politica di quei tempi. Non solo cura della persona tra bagni freddi e caldi, ma anche luogo di intrighi di potere e di relazioni di ogni tipo. Per tutti i romani, le terme e i bagni pubblici rappresentavano un luogo dove rilassarsi ma anche socializzare, praticare sport e, addirittura, studiare.
I resti delle Terme di Caracalla sono una testimonianza di quelli che furono i voleri dell’imperatore Settimio Severo ma che poterono vedersi esauditi solo successivamente, sotto alla dominazione di suo figlio Caracalla. Ogni giorno si riempivano di gente (fino ad 8000 persone) che amavano trascorrere delle ore in questo luogo che offriva una serie di servizi per il benessere e la cura del corpo e della mente.
Se le Terme di Caracalla e il vicino Circo Massimo suscitatano delle emozioni particolari, queste non possono paragonarsi a quelle che si vivranno durante la scoperta del monumento più famoso al mondo: il Colosseo.
L’Anfiteatro Flavio fu commissionato dall’Imperatore Vespasiano, ma vide luce sotto la dominazione di suo figlio, Tito nell’80 d.C.
Conosco un curioso detto romano che recita così: ‘finché dura il Colosseo anche Roma durerà’ . Effettivamente questo incredibile luogo ha passato indenne guerre ed invasioni, bombardamenti ed incendi, terremoti ed incurie e dopo duemila anni è ancora in piedi per stupire turisti di tutto il mondo. Il nome ‘Colosseo’ va fatto probabilmente risalire alla grande statua di bronzo di Nerone che nel secondo secolo dopo Cristo, fu eretta vicino all’Anfiteatro Flavio.
Tutti sanno che era sede di giochi e combattimenti tra gladiatori oltre che fungere da teatro per rappresentazioni di ogni tipo ma in pochi conoscono che, in certi giorni dell’anno, è possibile accedere fino alle viscere del monumento e scoprire degli spazi che ancora conservano lo stato in cui erano alla fine del quinto secolo quando furono volutamente interrati.
Dopo aver evitato i centurioni che vi accolgono per entrare nelle vostre foto in cambio di soldi, raggiungete la vicina Basilica di Massenzio. Ne vale la pena. Chi ha avuto modo di visitare i Musei Capitolini sarà rimasto incuriosito dal frammento di una gigantesca statua di Costantino il cui solo piede è lungo quasi due metri e si sarà chiesto dove poteva essere collocata tale opera. La risposta è l’abside della Basilica di Massenzio, alta circa 35 metri e facente parte di un complesso iniziato nel 306 per volere dell’omonimo imperatore ma inaugurata da Costantino. L’edificio misurava cento metri per sessantacinque con una navata centrale lunga ottanta.
Ammirare il tramonto con i raggi del sole che si infrangono tra le antiche mura, è una emozione tutta da sperimentare per godere di una rara atmosfera.
Non può mancare una fugace visita della Bocca della Verità che, in realtà, è un antico tombino di marmo di circa due metri di diametro e che è murato in una delle pareti del pronao di Santa Maria in Cosmedin. Leggenda narra che chi infila la mano all’interno dell’apertura della bocca non avendo precedentemente detto la verità, se la sarebbe sentita mordere per la bugia raccontata.
La visita alla scoperta di Roma archeologica non può prescindere da visitare ancora tre luoghi: il Foro Romano, il Pantheon e l’Appia Antica.
Giulio Cesare, nel 54 a.C. rendendosi conto dell’esiguo spazio dedicato all’antico Foro Romano dove si svolgevano le funzioni amministrative dell’Urbe, commissionò una nuova piazza che venne allora considerata come un semplice ampliamento del preesistente Foro repubblicano. Ma a questo spazio voluto da Cesare, ne seguirono altri che ampliarono il luogo che assunse il nome di Fori Romani per via di quelli successivamente fatti costruire da Augusto, Domiziano e Traiano. Riportati tutti alla luce tra il 1924 ed il 1932 in occasione della costruzione di via dell’Impero (oggi via dei Fori Imperiali) danno una dimostrazione della magnificenza della Roma imperiale.
Resterete sorpresi dai raggi del sole che entrano all’interno del Pantheon attraverso l’oculus, ossia quell’oblò largo nove metri che si trova alla cima della particolare cupola e che è stato progettato proprio per illuminare l’interno. Fu voluto da Adriano imperatore nel 118 d.C. a favore del culto di tutti gli dei, e costruito sui resti di un antico tempio. Divenuta una chiesa con il nome di S.Maria ad Martyres, fu infine trasformato nel 1870 come sacrario dei re d’Italia. Al suo interno vi riposano i resti di Vittorio Emanuele II, Umberto I e Margherita di Savoia. Tra le spoglie ospitate anche quelle di Raffaello Sanzio. Non tutti sanno che i preziosi marmi rossi che adornano il Pantheon, sono di una pietra proveniente da una cava egiziana ormai esaurita. Questo marmo attualmente vale più dell’oro.
Irrinunciabile tappa è quella che ci porta su una delle vie consolari romane, l’Appia. In questo caso è l’Appia Antica e il tratto è quello che conduce da Porta Capena alla tomba di Cecilia Metella e che consente l’effettuazione di una passeggiata che si snoda tra le mura di cinta di origine medioevale e post rinascimentale e la più antica civiltà romana che si evidenzia nei monumenti della ‘Regina Viarum’ dove si vedranno vari tipi di sepolcri, la Villa dei Quintili e la Tomba di Cecilia Metella.
Ma l’itinerario archeologico che è possibile effettuare nella città eterna potrebbe continuare con le catacombe paleocristiane, il ponte rotto, Ponte Milvio, l’Arco di Tito, il tempio di Diana e molto altro ancora. Dipende da quanti giorni abbiate a disposizione.
E a questo proposito scopri i miei itinerari preferiti in questo articolo che parla di cosa vedere a Roma intrattenendosi uno, due, tre o quattro giorni, con i consigli di Anita!