Una meta da annotare nei nostri diari di viaggio è una piccola città, sede di un grande patrimonio artistico, riconosciuto dall’Unesco patrimonio dell’Umanità: Tivoli con la sua Villa D’Este. I “freschi” elementi dominanti in questa dimora da sogno che lascia il visitatore senza fiato sono le innumerevoli Fontane con i loro giochi d’acqua.
Quindi vorrei raccontarvi proprio delle fontane di Villa d’Este. Spero davvero che dopo questo piccolo racconto, vogliate vedere questo magnifico giardino di persona. E’ un viaggio che secondo me va fatto, almeno una volta nella vita. E Villa D’Este è la prima tra le cose da vedere a Tivoli.
Tivoli e le Fontane di Villa D’Este
La prima caratteristica che rende uniche le fontane di Villa D’Este è la fuoriuscita dell’acqua dai bocchettoni senza l’ausilio di mezzi meccanici ma solo grazie al principio dei vasi comunicanti e alla pressione naturale. Una vera rivoluzione tecnologica per quell’epoca! Andiamo a scoprirle.
La fontana di benvenuto: Fontana di Venere
A darci il benvenuto, subito dopo aver oltrepassato il cortile, è la Fontana di Venere realizzata nel 1569 da Raffaele Sangallo che ritrae la Dea Venere dormiente.
L’ambientazione di sfondo alla statua ritrae un paesaggio realmente esistente riconducibile al corso d’acqua deviato dal Cardinale Ippolito II d’Este, colui che da governatore di Tivoli ha fortemente voluto questa Villa, per alimentare tutte le fontane.
L’ultima arrivata: la Fontana del Bicchierone
Continuando il tour si approda al giardino.
Qui la prima fontana che incontriamo è la Fontana del Bicchierone, strutturalmente insolita essendo costituita da un calice dentellato (che ricorda appunto un bicchierone) posto all’interno di un’enorme conchiglia.
Questa fontana anche se costruita circa un secolo dopo le altre si armonizza alla perfezione con il contesto.
La fontana del signore delle acque: la Fontana di Nettuno
Quando si parla di acqua non può mancare un omaggio al Dio Nettuno. Questa fontana è l’unica realizzata nel XX secolo trasformando la Cascata di Gian Lorenzo Bernini che, discendendo dalla fontana dell’Organo, scavalcava con un ponte la balconata antistante le grotte delle Sibille per poi continuare la sua discesa lungo le balze rocciose del pendio e quindi raccogliersi definitivamente in un laghetto scoglioso dove confluivano altre due cascatelle laterali.
L’immagine che si presenta davanti ai nostri occhi è molto suggestiva, l’imponente Dio dei mari velato dietro una cascata d’acqua e inserito all’interno di una cavità che ricorda una grotta.
Di fronte a questa fontana il leitmotiv della villa non cambia con la presenza di un luogo di relax perfetto, la Peschiera, fatto da diverse vasche che raccolgono le acque di Nettuno.
Il nome Peschiera deriva dall’utilizzo originario, erano infatti adibite all’allevamento di pesci per intrattenere gli ospiti della Villa con la pesca.
Un piacere per l’udito: la Fontana dell’Organo
Seduti su una delle Peschiere a godere del nostro momento di relax con lo sguardo catturato da mille giochi d’acqua all’improvviso è un altro senso a godere: il nostro udito, rapito da una deliziosa e inaspettata armonia.
Seguendo questo dolce concerto, che si ripropone ogni due ore, raggiungeremo l’orchestra che lo genera: la Fontana dell’Organo, che leva in alto il suo suono grazie a dei meccanismi idraulici ideati dall’ingegno di Claudio Venard.
La fontana delle profezie: la Fontana dell’Ovato
A qualche passo a destra dalla Fontana dell’Organo entreremo in un ambiente segreto più intimo rispetto agli spazi aperti che abbiamo attreversato fino ad ora.
Qui si trova la Fontana dell’Ovato (forma ovale) che rappresenta i Monti Tiburtini ed è un tributo alla maggiore fonte d’acqua della villa (l’Aniene).
Questa fontana, con il suo corso, ci guida verso il viale delle Cento Fontane.
Viale delle Cento Fontane
Tra tutte queste meraviglie l’attrazione per la quale Villa d’Este è maggiormente conosciuta è il Viale delle Cento Fontane.
Il viale ha inizio dalla Fontana dell’Ovato e finisce alla Fontana Rometta.
Le fontane, disposte su due file, sono delle sculture raffiguranti i simboli storici della famiglia estense che creano uno spettacolo di zampilli tanto suggestivo da aver ispirato numerosi registi per la produzione dei loro film.
Una Roma in miniatura: Fontana la Rometta
Con questa fontana Ippolito, non potendo costruire un suo castello a Roma, a portato Roma nella sua villa.
La Rometta infatti è una riproduzione della città eterna attraverso delle miniature dei suoi luoghi simbolo: coem l’arco di Costantino, la Colonna Traiana e il Colosseo (non tutti purtroppo arrivati fino ai giorni nostri).
Al centro della fontana domina una donna che simboleggia la Lupa che allatta Romolo e Remo.
La fontana del pudore: la Fontana della Natura
Questa fontana raffigurante una donna dai tanti seni da cui sgorga l’acqua è stata originariamente parte della fontana dell’Organo, col tempo, però, la crescente ostilità alla nudità l’hanno portata ad essere relegata, oggi diremo censurata, in un vialetto ombroso della villa.
La Fontana della Civetta.
E’ la Fontana che il Cardinal D’Este utilizzava maggiormente per stupire i propri ospiti. In pratica la Fontana della Civetta permette ad una civetta finta di avvicinarsi ad un ramo, dove sono appollaiati altri uccellini di bronzo che, grazie ad un prodigio idraulico, cinguettano realmente. Nel momento in cui la civetta si avvicina questi smettono di farlo, come se fossero spaventati dall’arrivo del pericoloso rapace.
E’ incredibile quanto poco bisogna spostarsi per una vacanza da sogno per noi fortunati abitanti del “Bel Paese”, dietro ogni angolo d’Italia si nascondono meraviglie artistiche che tutto il mondo ci invidia. Tra queste un posto d’onore lo merita la Villa D’Este.
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