Quest’oggi voglio parlarvi dei Giardini di Ninfa, a Cisterna di latina, a circa tre quarti d’ora dall’Anita Bed and Breakfast Valmontone. Potrei raccontarvi un sacco di cose… la storia, le curiosità, come andare, cosa fare e cosa vedere ai Giardini di Ninfa. Invece mi limito a dirvi che è uno dei miei posti preferiti e che quando qualche amico o ospite mi chiede cosa vedere nei dintorni di Roma, suggerisco la visita ai Giardini di Ninfa come una cosa da fare assolutamente.
Proprio una mia cara ospite, l’amica Vera, ha scritto per noi la sua emozionante avventura ai Giardini di Ninfa. Quel giorno, quando è tornata al B&B, sprizzava gioia dagli occhi e, prendendomi da parte, mi ha dato una bellissima notizia. Non ve la anticipo, ma lungo il suo racconto scoprirete di cosa si tratta. Voglio però darvi un suggerimento… quel giorno, tra le tante piante del giardino, ve ne era una in più e profumava di deliziose arance.
Buona lettura!
La mia passeggiata ai Giardini di Ninfa
Quando ho visitato per la prima volta i Giardini di Ninfa, io e Paolo eravamo fidanzati ormai da 8 anni e e convivevamo da 5. Ci siamo conosciuti a Cecina, dove entrambe le nostre famiglie hanno una villetta e dove ogni anno torniamo in vacanza.
Erano i primi di Ottobre e con Paolo decidemmo di passare qualche giorno vicino Roma per esplorare alcune località che ci avevano incuriosito per via della possibilità di fare delle esperienze in campagna (la vendemmia, laboratori di formaggio e dolci e degustazioni di prodotti tipici per l’esattezza).
La vacanza prevedeva 3 giorni di attività e un giorno stranamente libero. Pensavo che lo dedicassimo a girare un po’ per quella zona, ma invece Paolo mi ha detto che per quel giorno aveva preparato una bella sorpresa per me: una giornata nel giardino più bello d’Italia, ovvero i giardini di Ninfa.
Ne avevo già sentito parlare anche perché si trovano a Cisterna di Latina, ai confini tra Norma e Sermoneta, quindi facilmente raggiungibili da Cave (dove si trova il B&B di Anita che avevamo scelto come base) e molti dei nostri amici ci erano già stati.
Anche Paolo mi ha assicurato che si trattava di un posto stupendo e che non mi sarei pentita di aver rinunciato ad un giorno passato tra ottimi vini, salumi e formaggi (quanto erano buoni!!!).
Ora, è vero che io sono una profonda amante della gastronomia contadina (e la mia “pancetta” lo sta a testimoniare) ma è altrettanto vero che Paolo difficilmente di sua iniziativa organizza qualcosa di nuovo. Mi è sembrato, pertanto, un vero e proprio evento questa gita a sorpresa per cui ho accettato subito con entusiasmo.
La sera, prima di andare a dormire, ho preparato uno zainetto e, tutta felice, ho posizionato la sveglia sulle 7,30.
La mattina Paolo si è alzato prima di me (un altro evento raro!) e siamo partiti per Ninfa. Il viaggio da Cave è durato circa 50 minuti.
All’arrivo mi ha comunicato di avere prenotato la visita guidata per le 10,00.
I percorsi durano un’ora circa e vengono effettuati da guide specializzate che ti illustrano le bellezze del luogo e le curiosità sul giardino. E così abbiamo cominciato la nostra bella visita ai Giardini di Ninfa.
Il nostro cicerone, una ragazzo simpaticissimo, ci ha spiegato, prima di tutto, che il giardino è stato dichiarato Monumento Naturale dalla Regione Lazio nel 2000.
L’habitat protetto è’ costituito dal fiume Ninfa, lo specchio lacustre da esso formato e le aree intorno, nelle quali è compreso anche il Parco Naturale Pantanello, inaugurato nel 2009.
Il nome Ninfa deriva da un piccolo tempio romano, dedicato alle Naiadi, ovvero le ninfe delle acque delle sorgenti, costruito nei pressi dell’attuale giardino.
Si tratta di un tipico giardino all’inglese che sorge nell’area della scomparsa cittadina medioevale di Ninfa che, prima proprietà degli Annibaldi e dei Colonna, dalla metà del 1300 circa fu sotto il potere dei Caetani.
Fu nel sedicesimo secolo che il cardinale Nicolò III Caetani, amante della botanica, decise di creare a Ninfa un ricco giardino. Il lavoro venne affidato a Francesco da Volterra.
Alla morte del cardinale quel bellissimo luogo cadde in rovina e fu solo nel 1921 che Gelasio Caetani iniziò la bonifica della zona e la restaurazione dei ruderi di Ninfa, compreso il ripristino del giardino che oggi, il New York Times considera come il più bello al mondo.
Durante la camminata abbiamo incontrato una infinita varietà di piante e di fiori. La guida ci ha indicato esemplari di magnolie decidue, betulle, iris palustri, ciliegi, meli e dei bellissimi aceri giapponesi.
Fra le oltre 1300 piante presenti abbiamo, poi, potuto ammirare viburni, caprifogli, agrifogli, cornioli e camelie, oltre diversi tipi di rose rampicanti.
Con mio grande stupore ho realizzato che nel giardino si ergono anche piante tropicali come avocadi, gunnere e banani. La guida ci ha poi specificato che è il clima particolarmente mite di Ninfa e l’esistenza del lago che funge da termostato a permettere la coltivazione di piante tropicali.
Infine la guida ci ha spiegato che dal 1976 attorno al nucleo di Ninfa è stata istituita un’oasi faunistica protetta, di circa 1800 ettari, visitabile con l’assistenza della Fondazione “Roffredo Caetani”, del W.W.F Lazio e della Lega Italiana per la Protezione degli Uccelli (L.I.P.U.).
Tra le 152 specie protette presenti nell’oasi figurano il Falco Pellegrino, la Poiana, il Barbagianni, la Pavoncella, l’Airone, e il famoso Passero Solitario (che io credevo essere solo una invenzione poetica del Leopardi e che invece mi è stato rivelato esistere come specie protetta!!!).
In realtà molte piante nei Giardini di Ninfa sono state piantate non solo per la loro bellezza ma proprio al fine di offrire ospitalità alle forme di animali presenti.
Ebbene, camminare tra gli arbusti reca una grande sensazione di pace e di serenità. L’aria che si respira è magica, l’odore delle piante e dei fiori solletica le narici e sa di buono.
Ma di sicuro ciò che mi ha colpito di più, e che rimarrà per sempre impresso nella mia mente, sono i piccoli ponti che si ergono sullo specchio lacustre del fiume che attraversa i Giardini di Ninfa.
Il più bello di tutti è sicuramente il ponte di legno: guardandolo sembra di essere in una favola e il ponticello sembra condurre alla casa della fata Turchina.
Il posto è romanticissimo. Deve averlo pensato anche Paolo visto che è proprio qui che mi ha chiesto di sposarlo.
Ebbene si!!! Ad un certo punto ha tirato fuori dallo zainetto una scatolina, l’ha aperta, si è inginocchiato e mi ha proposto di diventare sua moglie. In pieno stile film americano, insomma.
Giuro che mi sembrava di vivere un sogno, non capivo nulla, lo ammetto, ma sentivo soltanto il cinguettio degli uccellini e l’odore dolce dell’aria. Un vero incanto. Ma d’altronde tutto il giardino è un posto incantato, un luogo da fiaba e, credo che mai nessuna proposta di matrimonio potrà avere cornice migliore.
Insomma, donne, andate ai Giardini di Ninfa e chissà che il vostro principe azzurro non si dichiari proprio li! E se non dovesse farlo, beh, godetevi il giardino, un luogo senza eguali.